Dai tempi più remoti l’essere umano è stato affascinato dal cielo – non solo dal firmamento con la luna e le stelle, ma anche dal Sole e dal ritmo giorno-notte che scandisce la vita. Sappiamo che l’astronomia, cioè la scienza che studia gli astri, nacque in Mesopotamia. Sappiamo anche che fu lo studio del cielo e del moto delle stelle a dare origine al calendario, uno strumento fondamentale per le pratiche agricole e per la vita in generale. La sua creazione fu possibile grazie al concetto di tempo che ebbe origine dall’osservazione della regolarità di certi eventi, ad esempio la migrazione degli animali e i raccolti in agricoltura; questi furono poi collegati a fenomeni naturali come il ciclo delle stagioni, le fasi lunari, l’alternanza di giorno e notte. Secondo questa visione, il tempo aveva un andamento ciclico, circolare, direttamente collegato alla concezione geocentrica: stelle e pianeti sembravano muoversi intorno alla Terra, immaginata al centro dell’universo, secondo moti celesti sferici. La concezione eliocentrica di Copernico rovesciò tale visione, compiendo un’autentica rivoluzione, non solo per l’astronomia ma per la scienza tutta, perché da lì ebbe inizio la scienza moderna. L’osservazione delle stelle e gli strumenti che la consentirono permisero di ripensare radicalmente il cosmo. Oggi i moderni telescopi, i satelliti, le stazioni spaziali aprono nuove frontiere. Siamo usciti dal nostro pianeta per avventurarci nello spazio. Siamo curiosi di conoscere e di esplorare l’universo. Gli strumenti che abbiamo a disposizione ci permettono di andare oltre, addirittura di ipotizzare cosa ci fosse prima del Big Bang…