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Cambiamenti climatici: cos'è il riscaldamento globale e come spiegarlo ai bambini

La Terra ha bisogno di noi. È la nostra casa e ci fornisce le risorse per vivere. Se lei sta bene, noi stiamo bene: è un assunto tanto semplice quanto fondamentale per il futuro. Siamo chiamati a rispettarla e tutelarla con gesti quotidiani, come scegliere il trasporto pubblico e ridurre i consumi. Fondamentale è anche un’adeguata educazione ambientale verso le nuove generazioni, a cui lasciamo in eredità questa grande casa.

Perché la Terra ha la febbre

Alla luce di tutto ciò, abbiamo dedicato il nuovo volume della collana Teste Toste al clima e ai suoi cambiamenti, per spiegare ai bambini il riscaldamento globale e raccontare loro come funziona il clima, come sta cambiando e cosa possiamo fare a riguardo. Il titolo è Perché la Terra ha la febbre? (da 9 anni) e a firmarlo, assieme a Federico Taddia, è Elisa Palazzi, ricercatrice del Cnr.

 

Abbiamo posto ad Elisa alcune domande, per fare chiarezza su un argomento molto dibattuto. Vi auguriamo buona lettura, con la consapevolezza che se gli adulti sono informati e consapevoli, lo sono anche i bambini.

Il cambiamento del clima è ciclico? Se sì, perché si teme l’attuale riscaldamento globale?

Sulla Terra il clima è sempre cambiato, anche in modo molto estremo. L’analisi delle carote di ghiaccio* antartiche ha permesso ad esempio di ricostruire il clima dell’ultimo milione di anni circa (la disciplina prende il nome di paleoclimatologia) in cui periodi molto freddi (glaciali) si sono alternati a periodi più caldi (interglaciali), ogni 100000 anni circa. Queste variazioni cicliche sono strettamente legate alle lente variazioni dell’orbita della Terra intorno al sole. 11700 anni fa è iniziato il periodo interglaciale in cui stiamo vivendo, l’Olocene, caratterizzato da un clima relativamente stabile e relativamente mite.  Nell’ultimo periodo dell’Olocene, in particolare dalla metà del XX secolo, tuttavia, si è verificato un fatto nuovo: la temperatura è aumentata con una rapidità senza precedenti e questo è dovuto alle attività umane, che hanno fatto aumentare in un tempo brevissimo la concentrazione dei gas serra in atmosfera, alterando l’effetto serra naturale e surriscaldando il pianeta. Temiamo questo riscaldamento perché sta già generando una serie di altre conseguenze, come innalzamento dei mari, aumento degli estremi climatici, fusione dei ghiacci e altri, che hanno un diretto impatto su tanti aspetti delle nostre vite.

Uno dei modi per studiare il clima del passato è analizzare il ghiaccio intrappolato nei poli da centinaia di migliaia di anni. Per farlo vengono estratti dei cilindri di ghiaccio, detti “carote di ghiaccio”.

Perché è pericoloso lo scioglimento dei ghiacciai?

Il ritiro e la frammentazione dei ghiacciai sono un problema perché mettono a rischio la disponibilità di acqua dolce – uno dei principali beni messi a disposizione dalle montagne - per uso potabile, agricolo, industriale, idroelettrico, e perché aumentano il rischio che si verifichino conflitti o guerre per l’approvvigionamento idrico. Anche i cambiamenti nella fusione stagionale della neve per noi sono un problema. Se la neve fonde sempre prima (già a fine inverno o inizio primavera), come si sta osservando, c’è il rischio concreto che l’acqua non sia più disponibile a valle quando ce n’è più bisogno, ovvero nella stagione calda e secca. Nell’ultimo secolo i ghiacciai delle Alpi si sono dimezzati e se il riscaldamento procede di questo passo, si prevede che tra qualche decina di anni, resteranno vivi solo i ghiacciai al di sopra dei 3500 metri. La fusione dei ghiacciai è anche pericolosa perché fa diminuire drasticamente l’estensione delle superfici bianche sulla Terra, in grado di riflettere la luce del sole e quindi il tenere il pianeta “al fresco”. Insomma, se i ghiacciai fondono (in montagna, come ai poli) perché il mondo si scalda, allora il mondo si scalda ancora di più. E’ un gatto che si morde la coda.

Qual è la relazione tra inquinamento e cambiamento climatico?

Perché la Terra ha la febbre

Inquinamento e clima sono strettamente collegati, per diverse ragioni. Una molto banale è che le stesse sorgenti, come le industrie e il traffico, che producono i principali composti inquinanti dell’aria (ad esempio le polveri sottili o gli ossidi di azoto) sono responsabili anche delle emissioni di anidride carbonica, che è uno dei principali gas a effetto serra di origine antropica responsabile del surriscaldamento del pianeta. Oltre a questo c’è un legame ancora più sottile: alcuni inquinanti, ovvero le sostanze che sporcano l’aria e la rendono irrespirabile e nociva per la salute, possono agire anche come sostanze “climalteranti” ovvero in grado di modificare il clima. Un esempio sono le polveri sottili già citate in precedenza, e in particolare il famoso “black carbon”, la fuliggine. Quando la fuliggine viene trasportata dai venti può raggiungere anche le alte quote e depositarsi sulla neve e sui ghiacciai, rendendo queste superfici bianche più scure e più soggette a scaldarsi, e quindi a fondere... e se non è un effetto sul clima questo! Un altro esempio è dato dall’ozono. Mentre in stratosfera l’ozono ci protegge dai raggi ultravioletti del sole, in troposfera (la parte più vicina alla superficie) questo gas è sia un inquinante che può nuocere alla salute, sia un gas serra, ed è quindi in grado di surriscaldare il pianeta se le sue concentrazioni aumentano, ad esempio durante episodi di smog fotochimico. 

 

Nel concreto, cosa può fare ciascuno di noi per limitare il riscaldamento del pianeta?

Nel concreto ciascuno di noi può fare tanto. A livello di azioni pratiche, ci sono una miriade di cose che possiamo modificare nel nostro agire quotidiano: ridurre gli sprechi, muoversi in modo più sostenibile (preferibilmente a piedi o in bici), fare la raccolta differenziata, non gettare oggetti ancora in buono stato o riutilizzabili. Ricordiamoci che ogni oggetto prodotto vuol dire consumo di risorse ed energia da un lato, ed emissioni inquinanti e climalteranti dall’altro. I piccoli possono aiutare i grandi a seguire uno stile di vita più sostenibile, ad esempio limitando l’uso del mezzo proprio. È vero che si tratta di piccole azioni che senza interventi a livelli più alti (tagliare le emissioni di gas serra di origine antropica puntando a produrre energia senza sfruttare i combustibili fossili, ad esempio) rischiano di essere vane, ma questo non è un buon motivo per non farle, anzi. In fondo le buone azioni sono contagiose. Un’altra cosa importante che ciascuno di noi può fare è quella di ascoltare e condividere la voce della scienza, quella autorevole in materia, che parla con cognizione di causa e che riporta i dati delle evidenze scientifiche. Questo sarebbe davvero molto bello...

Come si può sensibilizzare e coinvolgere i bambini su questo tema?

Avvicinandosi a loro con garbo e semplificando un po’ i concetti, senza banalizzarli. Il clima e i suoi cambiamenti sono questioni estremamente complesse e ricche di implicazioni, ma possono essere spiegate anche con parole semplici, magari rinunciando a dire qualcosa o a entrare del dettaglio di tutto per non correre il rischio che poi non resti nulla.  Il gioco e l’esperimento (il toccare con mano) sono sempre una chiave vincente soprattutto quando si parla ai più piccoli. L’uso di metafore aiuta tanto a visualizzare e comprendere meglio i concetti, almeno questa è la mia esperienza con in più giovani (e non solo). Un altro punto importante è trasmettere loro la passione e l’entusiasmo per lo studio di queste discipline, cercando di avvicinarli alle materie scientifiche. Inoltre è fondamentale far capire a bambini e e ragazzi che si tratta di questioni che li riguardano da vicino, perché i giovani sono coloro che più risentiranno degli effetti negativi del riscaldamento globale, pur essendo quelli con meno colpe. E credo sia anche importante far capire loro che possono far tanto per contribuire alla soluzione o almeno limitare i danni, anzitutto prendendo coscienza dell’urgenza del problema. Ma mi pare che i giovani siano già sulla buona strada in questo senso.

 

Scopri la collana Teste Toste

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