Che cos’è l’uomo? Cosa siamo noi, esseri umani? Siamo fatti di quanti e di particelle, come ci dice la fisica? Di tutte le cose, noi siamo forse quella più enigmatica. Non conosciamo di preciso la nostra origine: non sappiamo se sia unica o molteplice, se siamo derivati tutti da una stessa popolazione. Non conosciamo nemmeno l’esatta data di nascita dell’Homo sapiens, la nostra specie. Gli studiosi la collocano in Africa, intorno a 200 000 anni fa, ma forse, in base a recentissime scoperte, dovremo anticiparla a 300 000 anni fa. Sappiamo però che siamo una specie del genere Homo molto giovane e intraprendente, come ci racconta Telmo Pievani in La natura è più grande di noi. Che cosa ci ha reso così potenti? Cosa ha fatto sì che ci diffondessimo su tutto il pianeta? Come siamo passati da essere prede a superpredatori, addirittura al vertice della catena alimentare? Il punto di partenza, ci dicono Maslin e Lewis ne Il pianeta umano, è stato segnato dall’Homo erectus circa 2 milioni di anni fa: bipedismo, controllo del fuoco, intelligenza e uso di utensili per la caccia hanno portato l’essere umano a dominare il pianeta. L’Homo sapiens è riuscito addirittura a modificare l’ambiente, prima lentamente ma poi, negli ultimi secoli, sempre più repentinamente arrivando a definire una nuova epoca geologica, come vediamo anche in Palme al Polo Nord e in Ambiente. Delle vicende dell’umanità – a volte meravigliose, altre volte terribili – conserviamo memoria, e sulla memoria si fonda la storia. La parola “storia” deriva dal greco antico istor (testimone) e sta a indicare chi ha visto e dunque può rendere testimonianza. Sappiamo anche che si definisce storia il periodo che ebbe inizio con l’invenzione della scrittura, perché la testimonianza più fedele non è quella tramandata oralmente ma quella scritta. Veritiera o falsa che sia, si mantiene uguale negli anni, e nei secoli. Da secoli gli esseri umani registrano fatti, vicende, guerre… e lo fanno con i libri.