L’idea della mostra nasce dall’incontro tra l’Associazione didattica museale di Milano e il nostro libro La cacca, di Nicola Davies, a seguito di una simile esposizione realizzata a Londra, premiata da un’ottima presenza di pubblico e dall’interesse divertito della stampa.
Al di là dell’ilarità che può provocare, l’argomento è ricco di risvolti divulgativi. La mostra lo affronta dal punto di vista fisiologico, naturalistico ed ecologico, facendo scoprire al visitatore che la cacca non è semplicemente un rifiuto naturale, ma anche mezzo di comunicazione e di identificazione, combustibile, materiale da costruzione, fertilizzante, nascondiglio…
Un inizio divertente: all’ingresso è posizionato un percorso “minato” con ciuffi d’erba e cacche (ovviamente finte), che il visitatore deve attraversare. Le cacche sono le più diverse, e c’è da indovinare il colpevole: chi l’ha fatta?
Il percorso rappresenta il primo impatto che generalmente si ha con la cacca: un fastidio da evitare mentre si cammina in un prato o su un marciapiede.
In questa tappa ci si trova davanti a un tavolo con tre modelli di cacca e tre piatti contenenti i cibi connessi, nascosti da coprivivande.
Esiste una correlazione tra ciò che si mangia e ciò che… si fa.
Postazione della “Cacca-machine”: da un cesto si prelevano cibi diversi (modelli in plastica) per poi infilarli nella macchina che produce “cacca” ed energia (si accende una lampadina!) azionando una manovella.
Nel corpo animale gli scarti degli alimenti diventano cacca.
Vengono qui prese in considerazione le tre principali caratteristiche della cacca:
il colore, indicato da una tavolozza con diverse tonalità di marrone
la consistenza, mostrata attraverso modelli di cacche di pecora e mucca da poter toccare (modelli in plastica)
l’odore, emesso da una serie di sostanze (innocue) che il visitatore deve identificare.
La cacca non è uguale per tutti gli animali e non è sempre uguale per colore, consistenza e odore.
Attraverso pannelli esplicativi, sagome a grandezza naturale di animali (come, ad esempio, la lontra, il tasso, l’impala e l’ippopotamo) e relative cacche, il visitatore può apprendere come in natura le feci possono costituire una forma di comunicazione.
Anche gli escrementi hanno un ruolo fondamentale nel linguaggio degli animali.
La postazione si concentra sugli animali coprofagi. Prevede l’esposizione di una teca con diverse specie di insetti e sagome di coniglio e koala con relativi modelli di cacche. Parliamoci chiaro: questi la cacca se la mangiano! Si, pure il dolce coniglietto e il tenero koala, fidati!
Gli escrementi, pur essendo prodotti di scarto per chi li produce, contengono ancora molte sostanze nutritive che alcuni animali sfruttano da un punto di vista alimentare.
Attraverso modelli e immagini si illustrano vari utilizzi della cacca sia da parte di animali che da parte dell’uomo. Gli escrementi sono utilizzati per:
costruire – modello di nido di uccello fornaio e foto di capanne africane
scaldare – modello di cacca secca di bufalo utilizzata come combustibile
concimare – vaso di gerani, modello di sterco di cavallo, modello di strati di guano e sacchetto di concime.
Tra gli animali e in determinate contesti umani la cacca può avere valore.
Si tratta di una postazione interattiva, dov’è possibile calarsi nei panni di scienziati al lavoro:
paleontologi, per lo studio dei coproliti ovvero la cacca fossile!
medici/veterinari, per osservare al microscopio vetrini di feci con parassiti
zoologi, per l’analisi del contenuto di una cacca di volpe
etologi, per rilevare e riconoscere varie tipologie di cacche lungo un percorso allestito
La cacca ha importanza anche per la scienza!
All’uscita si incontra un plastico stilizzato che rappresenta in sequenza la trasformazione della cacca in sostanze concimanti, utili per la crescita delle piante.
Qualcosa di ripugnante può far nascere una cosa bella.
Associazione didattica museale:
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