“Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro. Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba, il panico del cervo che scappa” dice Alda Merini nella poesia Perché amo gli animali. In effetti è così, non possiamo non amarli. Possiedono il grande dono di riconciliarci con la natura, ci ricordano le nostre radici, la comune origine che purtroppo tendiamo a dimenticare. Ci ricordano anche che siamo parte del complesso sistema Terra – già citato – dove cooperiamo insieme agli altri esseri viventi, dai più piccoli a quelli di taglia gigantesca, intervenendo nelle reti alimentari e nelle simbiosi. Leggendo i libri di Lucia Scuderi su pesci, rettili e uccelli, o quelli enciclopedici come il Grande atlante degli animali, ma anche Giganti per davvero, e ancora, la vita di scienziati come Konrad Lorenz, Dian Fossey e Sylvia Earle, scopriamo la meravigliosa varietà delle specie, alcune delle quali scompaiono come meteore mentre altre vivono per milioni di anni, e le loro forme bizzarre, di molte delle quali non immaginavamo l’esistenza. Ogni specie è figlia di una saggezza conquistata a fatica, ricorda Telmo Pievani nell’introduzione a La diversità della vita di Edward O. Wilson, ed è fragile: per estinguerla basta una gelata invernale o un imbecille con un fiammifero.