Denigration significa insultare mettendo in giro voci e pettegolezzi, spesso inventati. Lo scopo è rovinare la tua reputazione. Ad esempio, dire che qualcuno è bravo a scuola perché i compiti glieli fa sua mamma, dire che Lucia bacia tutti i ragazzi, e così via.
La seguente storia prende spunto dal libro Cyberbulli al tappeto, dove Teo Benedetti e Davide Morosinotto trattano il tema del cyberbullismo rivolgendosi direttamente ai ragazzi.
Flaming, Harassment, Denigration, Impersonation, Outing, Trickery, Exclusion e Cyberstalking: dietro a questi nomi altisonanti si celano situazioni quotidiane molto diffuse che potrebbero capitare a qualsiasi ragazzo di oggi.
Marco è al primo anno di scuola media ed è approdato in una classe dove non conosce nessuno: stringere nuove amicizie è difficile. A rompere il ghiaccio, ci pensa Annalisa: dopo aver chiesto il numero di cellulare a tutti, la sua compagna crea su WhatsApp il gruppo di classe.
I ragazzi iniziano a interagire. C'è chi scrive battute, come Giacomo, chi manda foto curiose, come Sara, e chi, come Gloria, risponde solo con emoticon sorridenti e semplici "ahah". Altri, invece, visualizzano le conversazioni ma non partecipano. Annalisa non si preoccupa: prima o poi sarà anche il loro turno.
Il gruppo su WhatsApp sembra aiutare anche nella vita reale, perché i ragazzi ora si ritrovano a parlare di quella foto condivisa o quella canzone che Sara ha linkato.
Va tutto bene, insomma. Fino a quando non arriva il compito di matematica. Il giorno prima tutti ne parlano, e si scambiano promesse di "aiutarsi" e “suggerire”.
Il dibattito, sul gruppo, continua anche al termine del test. E per la prima volta, Dario interviene.
Dario siede a due posti da Marco: sta sempre sulle sue e parla poco. I suoi migliori amici sono in altre classi e lui passa la ricreazione con loro. Durante il compito Dario è finito accanto a Marco e, per tutta l’ora del test, gli ha chiesto i risultati. Ma Marco non è riuscito ad aiutarlo perché la professoressa lo teneva d’occhio.
Dario quindi esordisce nel gruppo con un'accusa ben precisa: Marco si è rifiutato di passargli il compito. È un'accusa falsa e piena di offese. Marco cerca di giustificarsi, ma Dario continua ad insultarlo.
Qualcuno prova a fermare il compagno, ma si stufa quasi subito: d'altronde il suo attacco è solo nei confronti di Marco e tutti preferiscono parlare d'altro.
Solo Annalisa scrive un messaggio privato all'amico ingiustamente attaccato: gli dice di lasciar perdere, che Dario sta dicendo solo bugie e che nessuno gli crede. A Marco, però, quelle parole dure fanno male. Non riesce a non dar loro peso.
E così, quello che prima era uno spazio dove divertirsi, diventa ora un terreno di scontro, e Marco perde la voglia di interagire con i compagni…