La storia del pediatra Bruno Pincherle, per scoprire l’etica e l’umanità di un personaggio straordinario.
Il dottor Bruno Pincherle visse e lavorò a Trieste fino al 1968. Oltre a dedicarsi alla sua amatissima professione di pediatra, si divideva tra le attività assistenziali, l’impegno politico e la passione per i libri antichi. “Un dottore tutto matto, sulla testa un gatto” racconta la sua vita, intrecciandola con la storia della medicina e di alcuni dei suoi grandi protagonisti, come Jenner, Semmelweiss e Snow.
Pincherle fu un pediatra di famiglia, ma soprattutto un medico dei poveri, molto amato dai bambini. L’abitudine diffusa a sottovalutarli lo disturbava: Pincherle spiegava e ascoltava, e di questo i suoi piccoli pazienti erano entusiasti. E poi raccontava loro storie e regalava disegni che lui stesso realizzava per intrattenerli. Estraeva la matita e il taccuino delle ricette, e creava buffe scenette: un leone che insegue una scimmia, un gatto che ruba un’appendicite... I disegni del libro, tra cui ironici autoritratti, sono proprio quelli fatti dallo stesso Pincherle, amorevolmente conservati per anni dai suoi pazienti e dagli amici. Assieme a essi, anche le sue storie rivivono in queste pagine, restituendo un ritratto spontaneo del protagonista.
La vita di Pincherle si intrecciò con i fatti storici e sociali del Paese, come quando venne licenziato perché non iscritto al partito fascista. Dal racconto emergono inoltre le battaglie del pediatra: nel 1947, grazie alle sue insistenze, il consiglio comunale di Trieste approvò, primo in Italia, la fornitura gratuita di antibiotici (penicillina e streptomicina) a tutti i malati ricoverati in ospedale. Più tardi, con il diffondersi degli alimenti confezionati, si batté in favore di norme più chiare che ne garantissero la genuinità; sempre a tutela della salute dei cittadini, in consiglio comunale sostenne tenacemente i mezzi pubblici elettrici.
Un dottore tutto matto, sulla testa un gatto, di Federica Scrimin
Età consigliata: da 8 anni