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Scattata la prima foto di un buco nero

Massimo Ramella, astronomo e autore, assieme a Margherita Hack, di Stelle, pianeti e galassie, commenta il traguardo raggiunto dall’Event Horizon Telescope, la rete di radiotelescopi che ha ottenuto la prima prova visiva diretta di un buco nero supermassiccio e della sua ombra.

Un'immagine storica

Alla fine il “mostro” al centro di una galassia attiva è stato svelato, ed è stato un momento emozionante. Sì, è vero, la teoria aveva già descritto in dettaglio cosa avremmo potuto vedere, e le osservazioni dei telescopi avevano già indirettamente provato la presenza di un buco nero supermassiccio al centro della galassia Messier 87 (M87). Ma un conto è basarsi su teorie e prove indirette, un altro è vedere. E quanto abbiamo visto ci permette di conoscere molto meglio la macchina centrale che alimenta una galassie attiva, con il suo buco nero rotante da più di 6 miliardi di soli, il disco di accrescimento, l’orizzonte degli eventi e il fortissimo effetto di lente gravitazionale. Finalmente abbiamo dei dati direttamente collegati a questi fenomeni e potremo così partire con nuove osservazioni per futuri approfondimenti e, chissà, nuove scoperte.

Quello che abbiamo visto è un’ulteriore conferma che la teoria della relatività generale di Einstein è corretta: l’importanza di questa osservazione investe praticamente tutta la fisica e l’astrofisica, dato che la teoria di Einstein è una delle basi su cui abbiamo costruito la nostra comprensione di come è fatto e come funziona l’universo.

Cosa sono le galassie attive?

Alcune galassie emettono più luce di quanta ne producano le stelle e i gas che le compongono. Sono chiamate “galassie attive” proprio perché al loro centro mostrano i segni di un’intensa attività. Questa enorme energia proviene da giganteschi buchi neri molto massicci, talvolta chiamati “mostri”, che si trovano al centro della galassia. 

Com'è stato possibile fotografare un buco nero?

La foto del buco nero di M87 è il risultato dell’uso combinato di una rete globale di otto radiotelescopi posti in sei luoghi molto distanti tra loro sulla Terra (Event Horizon Telescope), che ha registrato le emissioni radio provenienti dal nucleo galattico attivo. Grazie a un grandissimo sforzo di calcolo, le osservazioni sono state combinate come se a osservare M87 fosse stata una gigantesca antenna grande come tutta la Terra. Se vi domandate se l'immagine ottenuta è una foto come comunemente viene intesa, la risposta è no. In realtà il risultato delle osservazioni radio – non visibili dall’occhio umano – è stato trasformato in una foto usando un calcolatore, che ha restituito un’immagine fedele di quanto avviene nel centro di M87.

Esplorare lo Spazio... da casa!

Che ne dite di esplorare M87 stando comodamente seduti sul vostro divano? Accendete il computer e seguite le istruzioni di pagina 19 di Stelle, pianeti e galassie per lanciare il programma Aladin, poi andate a pagina 79 per esplorare M87 grazie ai dati che arrivano direttamente dagli archivi professionali. 




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