Il mese delle Stem (acronimo di science, technology, engineering e math) vuole sensibilizzare gli studenti allo studio delle discipline scientifiche e tecnologiche, superando il divario di genere. Solo il 38% delle ragazze indirizza, infatti, il percorso formativo e professionale verso le discipline cosiddette Stem, e le ragioni sono da ricercare anche negli stereotipi che vogliono le donne meno predisposte verso tali materie (per saperne di più sul mese delle Stem clicca qui).
In occasione di questa iniziativa, abbiamo chiesto a tre autrici di raccontare altrettante donne nella scienza. Qui proponiamo l'intervento di Cristiana Pulcinelli su Barbara McClintock.
di Simona Poidomani, autrice di Numeri e poesia
Ada Augusta Lovelace ha scritto il primo programma per computer quando ancora, nella prima metà dell’Ottocento, un computer non esisteva. La macchina su cui avrebbe dovuto "girare" era solo un progetto non realizzato, la Macchina Analitica di Charles Babbage che a lungo, come il "software" di Ada, è stata dimenticata. La giovane aristocratica si trovava, nell’Inghilterra di quegli anni, al centro della rivoluzione industriale e delle scienze naturali, ma riuscì a intuire il motore della rivoluzione successiva, quella che stiamo vivendo noi oggi con tutte le nostre app. Se la sequenza di operazioni che Ada descrisse fra il 1842 e il 1843 fosse tradotta in un linguaggio di programmazione corrente, funzionerebbe su un nostro computer!
La Macchina Analitica incorpora l’idea che per ogni nuovo compito non sia necessario un nuovo strumento, ma che sia sufficiente definire istruzioni diverse per lo stesso. Le carte perforate di Babbage discendevano direttamente da quelle usate nell’industria tessile per far eseguire ai telai ricami complessi. Sistemi che anche Ada aveva forse visto in funzione quando, fra una lezione di matematica e l’altra, nel 1934 visitò, con la madre, il nord dell’Inghilterra per promuovere progetti filantropici. A proposito di genitori, suo padre era il poeta Lord Byron: non lo conobbe mai, ma riuscì ad avvicinarsi a lui percorrendo, anche in questo caso, come fece nella sua attività scientifica, un suo percorso originale slegato da quello che il suo ambiente si aspettava da lei.
Ora che avete cominciato a conoscere Ada, ecco sei nomi di cui potreste non aver mai sentito parlare: Jean Jennings Bartik, Betty Snyder Holberton, Kathleen McNulty Mauchly Antonelli, Marlyn Wescoff Meltzer, Ruth Lichterman Teitelbaum e Frances Bilas Spence. Lavoravano, un secolo dopo Ada e a un oceano di distanza, come "computer" per risolvere a mano equazioni differenziali con decine di matematiche come loro, quando furono selezionate per programmare Eniac, il primo computer digitale elettronico generale. Eniac fu uno dei diversi progetti che proprio cent’anni dopo la Macchina Analitica fecero la loro comparsa indipendente fra Europa e Stati Uniti.
Quando la macchina della Pennsylvania University fu svelata nel 1946, le nostre nuove amiche comparvero nelle foto pubblicate su tutti i giornali. Ma senza nome. E a chi chiedeva chi fossero, veniva risposto che si trattava di modelle. Il loro lavoro fu riscoperto negli anni Ottanta, grazie alle ricerche di Kathy Kleiman. Questo ci ricorda almeno due cose: che programmare era considerato meno importante che progettare macchine. E che le ragazze l’informatica la capiscono, eccome! A cominciare da Ada.